CONSIDERAZIONI TERRITORIALI
Un comune dalla estensione così limitata e così densamente popolato, pone delle problematiche complesse che debbono essere affrontate necessariamente con approccio multidisciplinare e multiscalare. Innescare ad esempio un sistema virtuoso di lotta e resistenza locale ai cambiamenti climatici, porta indiscutibili benefici dal punto di vista ambientale, sanitario, con riflessi sull’economia e sulla qualità della vita. Nella progettazione e nella messa in opera di progetti dedicati al singolo tema, è essenziale coinvolgere di volta in volta ogni portatore di interesse (imprenditoria, lavoratori, associazionismo, cittadinanza): le decisioni debbono essere di natura politica come è giusto che sia, ma l’Amministrazione deve avere ogni elemento per poter valutare in serenità la strada da percorrere, se necessario persino adottando decisioni impopolari.
San Benedetto del Tronto si contraddistingue per essere il comune non capoluogo di Provincia più popoloso d’Italia lontano da aree metropolitane, a carattere interregionale e a vocazione turistica, e come prescritto dall’Art. 13 del TUEL (Testo Unico degli Enti Locali): “Il comune, per l’esercizio delle funzioni in ambiti territoriali adeguati, attua forme sia di decentramento sia di cooperazione con gli altri comuni e con la provincia.”
San Benedetto del Tronto ha dimensioni, importanza e tradizione sufficienti per poter rappresentare il nucleo di aggregazione, il punto di riferimento imprescindibile per l’intero territorio, in qualsiasi ambito della società. La programmazione delle proprie attività e delle proprie scelte politiche debbono includere le altre realtà amministrative di tutto il Piceno: occorre interagire e stabilire accordi di collaborazione su temi di interesse comune, come ad esempio mobilità, sicurezza, rifiuti, promozione e organizzazione turistica del territorio, facendo appello a un tipo di gestione in forma di città grande e policentrica, di tessuto senza soluzione di continuità, pur nel rispetto delle tradizioni e delle autonomie del singolo comune.
In questa ottica, anche su temi fuori dalla competenza di una amministrazione comunale ma fondamentali per la qualità della vita di un territorio, un fronte comune potrebbe detenere un peso contrattuale diverso e avanzare specifiche richieste nelle sedi opportune o facendo in modo di far sentire maggiormente la propria voce, ad esempio in tema di sanità (nuovo ospedale e problematiche collegate), vie di comunicazione (posizione sulla A14 e sottodimensionamento delle stazioni in Riviera, dove la nostra stazione dovrebbe assurgere al livello di Stazione Gold, nella nomenclatura delle infrastrutture), Mar Adriatico (pesca sostenibile, allevamenti innovativi e fermo biologico intelligente, Parco Marino del Piceno).
È necessaria una discontinuità importante e immediata: smettere di subire passivamente le decisioni calate dall’alto in ossequio ai propri “superiori” e ai propri “padroni”: San Benedetto del Tronto ritorni ai sambenedettesi.
Proponiamo pertanto:
- che venga introdotto stabilmente in Consiglio Comunale un rappresentante dei Comitati di Quartiere come permesso dal TUEL, a rotazione fra i Presidenti, se possibile coincidente con il coordinatore in carica della consulta dei presidenti così che sia legittimato alla discussione in consiglio;
- che i servizi territoriali essenziali del Comune siano dislocati anche in modo da favorire le categorie più disagiate e con minore possibilità di muoversi, finalmente rafforzando gli sportelli di Porto d’Ascoli da sempre promessi e mai implementati;
- che venga ribadita l’importanza calendarizzandone gli incontri e finalmente riconosciuta la figura della consulta dei Presidenti dando riscontro e concretezza alle proposte portate in Consiglio Comunale dalla stessa consulta (vedi punto precedente);
- per le problematiche che intervengono direttamente sulla quotidianità della cittadinanza, si tengano riunioni tecniche congiunte e aperte, con approccio multidisciplinare e multiscalare;
- si sottoponga a referendum consultivo la tematica che dovesse risultare di largo interesse e di controversa approvazione da parte della cittadinanza;
- si proponga alle altre amministrazioni del Piceno, l’istituzione di tavoli di lavoro tematici per accordi sovracomunali di mutuo interesse, in accordo con il concetto di città grande e policentrica.
Questo ultimo punto regola la ferma intenzione di questo gruppo a lavorare sulla costituzione di una entità sovracomunale di fatto, prima che amministrativa, in maniera da rispondere concretamente e in maniera congiunta alle esigenze del territorio.
BENESSERE SOCIALE, CITTÀ CIVILE
La salvaguardia del benessere psichico e fisico della popolazione è sempre importante perché le condizioni mentali e fisiche delle persone decidono l’andamento delle relazioni, favoriscono la capacità di stabilire obiettivi di crescita e stimolano la possibilità di godere dei successi eventualmente ottenuti. In un momento storico come quello che viviamo, il benessere diventa il Tema più rilevante da svolgere pertanto investe tutti e ci conferisce, a vario titolo, la facoltà di realizzare miglioramenti sul piano economico, affettivo e sociale. La società in questo momento viaggia soltanto su due binari sensoriali, vista e udito, appare chiaro e legittimo il disagio e lo sconforto di tanti. Quando le persone si trovano in una situazione di emergenza come quella che sperimentiamo, si assiste anche all’acuirsi degli eccessi caratteriali che spingono le persone stesse a considerazioni egoistiche, piuttosto che alla pianificazione di programmi e al senso comune di mutua assistenza.
L’amministrazione comunale è la prima responsabile sanitaria e della sicurezza dei propri cittadini e deve prendersi tempestivamente carico delle debolezze del sistema, nella prospettiva del miglioramento delle condizioni di vita dei suoi cittadini, attraverso il rafforzamento generale delle strutture relative ai servizi sociali. È fondamentale rendersi conto che la struttura psichica della massa influisce pesantemente sui comportamenti e sulle relazioni, coinvolgendo la vita di tutti, nessuno escluso.
Per quanto riguarda la sfera del volontariato, la nuova amministrazione comunale intende sostenere in ogni modo e in qualsiasi forma, anche operativa e logistica, le attività presenti sul territorio stabilendo un canale diretto e facendo da garante ad ogni iniziativa rimarchevole.
Inoltre è necessario:
- che ci si attivi per la istituzione di percorsi di inserimento/reinserimento lavorativo tramite creazione sul territorio di Cooperative Agricole specializzate nella produzione e trasformazione di prodotti a filiera zero, destinati al mercato vegano/vegetariano/del benessere, che è attualmente in forte ascesa in relazione al trattamento e alla gestione di soggetti appartenenti a categorie a rischio sociale o in genere in difficoltà;
- il sostegno alle nascite attraverso programmi di intervento psico-sociale per l’aiuto alle donne in difficoltà, a contrasto di situazioni di solitudine e sconforto che potrebbero favorire, dopo la nascita, situazioni di non adeguata tutela per il bambino;
- la attivazione, in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Provinciale, di Corsi di Formazione ed Aggiornamento per gli Insegnanti volti a migliorare in questi ultimi la capacità di individuazione e corretto approccio alle situazioni di disagio psico-sociale degli alunni;
- il potenziamento, in collaborazione con i Servizi Sanitari territoriali, della politica delle Borse-Lavoro, quale strumento atto a restituire alla persona con sofferenza mentale o fisica utilità e dignità nel contesto comunitario;
- la creazione di “Circoli Operativi Anziani”, per specifiche iniziative di valorizzazione ad opera degli anziani delle tradizioni, delle specificità e delle competenze del territorio (mostre, rassegne, seminari, brevi percorsi di formazione co-gestiti da anziani);
- che le Aree diverse d’intervento socio-sanitario (Handicap, Disagio Psichiatrico, Pluri-dipendenze, etc.), la creazione di Tavoli di Lavoro permanenti con i Servizi Sanitari territoriali; appare altresì importante di concerto con gli stessi Servizi, offrire l’opportunità di una formazione continua per aspiranti genitori, neogenitori, genitori, allo scopo di sostenere nel tempo la responsabilità e la capacità di sostenere una relazione affettivamente significativa e quindi costruttiva;
- inoltre la attivazione di iniziative, in collaborazione di Associazioni di Volontariato del territorio, che valorizzino le diversità culturali di cui gli immigrati sono espressione, quale preziosa risorsa per la crescita comunitaria.
CONSUMO DI SUOLO ZERO/ -1
Il tema dell’uso del suolo, per sua stessa natura risorsa limitata, assume oggi grande centralità nella gestione delle problematiche legate al dissesto idrogeologico e alla lotta ai cambiamenti climatici e per affrontare le tante problematiche del nostro territorio, a cominciare dal dissesto idrogeologico e dagli allagamenti che ci vedono estremamente vulnerabili proprio a causa del paesaggio che la mano dell’uomo ha decisamente modificato.
Dati ISPRA – Istituto Superiore Per la Ricerca Ambientale testimoniano nel corso degli ultimi 7 anni, il passaggio da 928 a 936 ettari di territorio impermeabilizzato entro il territorio del comune di San Benedetto del Tronto, pari alla superficie occupata da undici campi di calcio.
La gestione dissennata degli ultimi decenni ha condizionato in maniera pesante il paesaggio: larghe aree della città sono state cementificate senza nessuna visione urbanistica e considerazione sociale, soddisfacendo in maniera iniqua i diktat di prenditori senza scrupoli: è assolutamente necessaria una immediata inversione di tendenza, che si ponga l’ambizioso obbiettivo di andare oltre il “Consumo di suolo 0”, puntando al consumo di suolo negativo (-1), cioè
- recupero intelligente e virtuoso delle aree già impermeabilizzate con particolare riferimento alle tante aree in abbandono;
- verifica degli impluvi e analisi delle misure per la mitigazione del rischio erosione;
nuova politica di piantumazione progressiva e l’introduzione di nuove tecnologie e materiali nella pavimentazione pubblica.
MIGLIORAMENTO DELLA QUALITÀ DELLA MATRICE ARIA
Viviamo in una città la cui qualità dell’aria risulta pessima; persino d’estate si rilevano sforamenti ai limiti di legge, nonostante la centralina locale abbia poca rilevanza in quanto collocata in posizione poco efficace ed aver subito lunghi periodi di inattività nella trasmissione dei dati.
L’inquinamento ambientale è dovuto in buona parte al traffico veicolare a causa dei quasi 50 mila veicoli presenti e per l’impatto derivante dalla contigua A14, dove transitano giornalmente 120.000 mezzi, 20.000 dei quali pesanti.
L’incidenza di inquinanti primari (cioè quelli prodotti direttamente da fonti emissive) e secondari (cioè quelli che si riformano e si modificano in atmosfera attraverso reazioni chimiche) è dovuta per circa il 50% al riscaldamento domestico e per circa il 40% dal traffico veicolare. Le restrizioni imposte dal lockdown dovuto al Covid19, hanno portato infatti a livello nazionale una drastica riduzione di inquinanti atmosferici e di gas serra. Il traffico stradale in ambito urbano è stato il settore più influenzato, con una riduzione media in Italia del 48-60%. Ciò ha offerto un’opportunità senza precedenti per valutare come una sosta prolungata (circa 2 mesi) possa portare a una rilevante riduzione delle emissioni e di conseguenza avere un impatto importante sulla qualità dell’aria in ambito urbano. Tali osservazioni inducono considerazioni ottimistiche a patto che
- si riducano drasticamente gli spostamenti urbani con autoveicoli privati;
- si rafforzino i trasporti pubblici e la mobilità dolce attraverso un piano efficace;
- si mappino e si tengano sotto controllo le fonti emissive di riscaldamento pubblico e privato, comprese quelle alimentate a legna, a mezzo piano annuale;
si proceda alla realizzazione di un Piano di Mobilità Interna legato e propedeutico alla messa in opera del progetto Mo-Vi-bilità.
MUNICIPALIZZATA OPERANTE NEL SOLO TERRITORIO COMUNALE
Il comune di San Benedetto del Tronto può essere il riferimento territoriale per una nuova concezione di trasporto pubblico locale, sia per quanto riguarda l’efficienza dei servizi, sia per quanto attiene al miglioramento delle condizioni ambientali, anche in funzione delle diverse necessità nel corso dell’anno.
Le funzioni amministrative attribuite ai comuni in materia di trasporto pubblico locale riguardano l’approvazione dei Piani di Mobilità e dei Piani Urbani del Traffico in base agli indirizzi regionali. La norma regionale dà la possibilità ai comuni di organizzarsi anche in proprio: “I servizi automobilistici di linea di trasporto pubblico, effettuati su gomma e con sistemi a guida vincolata, si distinguono in: urbani, che sono svolti nell’ambito del territorio di un Comune e sono caratterizzati da una frequenza medio-alta di corse, in presenza di una sostanziale continuità degli insediamenti urbani”.
Il trasporto pubblico è fra i servizi più condizionati dall’innalzamento dell’età media della popolazione e dai cambiamenti climatici: è essenziale una cabina di regia efficiente e tecnologicamente avanzata che possa assicurare un servizio efficiente.
Tale servizio va a rappresentare un elemento essenziale nella riorganizzazione della mobilità cittadina descritta nello specifico progetto definito Mo-Vi-bilità. È pertanto necessario creare le condizioni per la sua messa in opera, attingendo alle Linee di finanziamento della Comunità europea per il settennato in apertura, che saranno incentrate sulla lotta anti-pandemia, ai cambiamenti climatici e a tutte quelle misure che vanno nella direzione della mobilità sostenibile.
Il progetto che è autosostenibile e replicabile (conditio sine qua non per accedere ai finanziamenti) necessita di contributi per l’acquisto e l’ammodernamento dei mezzi (bus piccoli, agili, a energia pulita = “Langètte”) e si autosostiene una volta andato a regime; esso comprende (per grandi linee):
- trasporto pubblico locale gratuito e sistematico (attese minori di 11minuti, distanza massima fra le fermate ordinarie max 99m, territorio comunale completamente servito con modalità e frequenza in base al periodo dell’anno, alle fasce orarie, alla presenza di categorie fragili, diffusione capillare della informazione sulle tratte attraverso cartaceo, web, App dedicate)
- potenziamento della rete ciclabile con tracciati appositi ed esclusivi (“bicipolitana”), introduzione delle “strade ciclabili” (uso promiscuo ma con precedenza ai mezzi a due ruote), strade a esclusivo uso di auto;
- parcheggio libero nella propria zona di residenza, a pagamento nelle altre zone;
- definizione delle “porte della città” con parcheggio gratuito e disponibilità di mezzi alternativi;
- introduzione di biciclette gratuite previa registrazione, governate da GPS e App;
- introduzione di attività di affitto mezzi elettrici e altre collegate;
- introduzione della figura dell’assistente di zona (= “Zaùtte”);
- coordinamento con gli Istituti comprensivi per il raggiungimento degli edifici scolastici da parte degli alunni, collettivamente e in sicurezza.
MOBILITÀ URBANA: DRASTICA RIDUZIONE TRAFFICO URBANO
L’aria del nostro comune è gravemente contaminata da sostanze altamente inquinanti; esse derivano principalmente dal traffico e dal riscaldamento delle nostre abitazioni, con effetti dannosi su tutta la popolazione, in particolar modo su bambini e anziani. Secondo i dati a disposizione, ogni abitante possiede un mezzo di trasporto, ciò vuol dire che statisticamente la città di San Benedetto del Tronto sopporta un carico giornaliero di quasi 50.000 mezzi che vanno ad aggiungersi a quelli che ogni giorno provengono dall’hinterland.
Occorre modificare completamente la mobilità urbana, disincentivando l’utilizzo del mezzo privato specie per i piccoli spostamenti, realizzando infrastrutture leggere per la mobilità dolce, aree di scambio fra mezzo privato e pubblico, oltre naturalmente a un nuovo concetto di trasporto pubblico locale per gli spostamenti a più ampio raggio. In questa ottica va necessariamente rivisto anche lo spostamento dei nostri più piccoli in relazione all’orario scolastico, introducendo sistemi nuovi ed integrati ma già abbondantemente testati in parecchi contesti urbani. Oltre a quanto si esprime nel progetto Mo-Vi-bilità, è da sottolineare
- la necessità di introdurre a livello gestionale di una struttura apposita che possa lavorare con le più moderne tecniche di analisi, elaborazione dei dati e controllo per una città più efficiente.
CONTROLLO DELL’INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO
Il Piano Antenne comunale riesce solo in parte a contenere la proliferazione di antenne, perché con i Piani di Sviluppo che le aziende di telefonia presentano ogni anno a primavera possono essere chiesti aggiornamenti e ampliamenti della quantità di punti di emissione presenti nel territorio; inoltre, la limitata superficie comunale e la densità abitativa molto elevata contribuiscono a rendere necessarie più sorgenti.
Poiché un comune non può adottare attraverso strumenti di natura edilizia-urbanistica misure che deroghino ai limiti di esposizione ai campi elettromagnetici fissati dallo Stato, l’art. 4 della L. n. 36/2000, che riserva allo Stato la tutela della salute dai rischi dell’elettromagnetismo attraverso l’individuazione di puntuali limiti di esposizione, valori di attenzione ed obiettivi di qualità, può mettere in atto una azione per individuare collocazioni idonee a evitare il cumulo di impianti e a proteggere luoghi frequentati dalla popolazione più debole, bimbi e anziani su tutti.
In pratica le antenne per la telefonia, così come tutti gli impianti di tele-radio-comunicazioni, sono annoverate tra le opere di urbanizzazione primaria e di pubblica utilità, ciò significa che la competenza è riservata in via esclusiva allo Stato.
Con l’avvento di nuovi gestori di telefonia mobile nella nostra città sono aumentate esponenzialmente l’istallazione di antenne e con l’avvento del 5G la situazione della cumulabilità delle antenne è diventata un grande problema, un problema di non facile soluzione che però può essere affrontato compiendo studi precisi e dettagliati sulle esposizioni, monitorando in maniera giornaliera permessi, atti e opere delle compagnie telefoniche, scongiurando qualsiasi tipo di abuso e, se necessario intervenendo in maniera decisa in corso d’opera, con l’aiuto e la stretta collaborazione dei cittadini e nell’unico interesse della tutela del bene comune.
- Fotografia della situazione attuale;
- Valutazione delle incidenze in rapporto alla popolazione;
- Individuazione delle aree sensibili e da salvaguardare;
- Piano di bonifica delle zone a rischio.
BARRIERE ARCHITETTONICHE, RETAGGIO DEL PASSATO
Parlare di barriere architettoniche appare vetusto almeno quanto la loro presenza, poiché in una società civile la possibilità di accedere a un bene o a un servizio del Comune non può essere limitata da un deficit di mobilità o sensoriale, tenendo conto anche del progressivo innalzamento della età media della popolazione e che troppi uffici pubblici, strutture turistiche, trasporti, stabilimenti balneari non fanno eccezione. Qualsiasi modifica delle strutture esistenti deve essere effettuata tenendo conto della loro necessaria accessibilità e qualunque nuova opera deve tener conto di questa condizione. Benché la maggior parte del territorio comunale sia stato edificato in periodi recenti, la mancanza di sensibilità verso questi aspetti ci presenta oggi una situazione molto complessa che deve essere conosciuta nel dettaglio, prima ancora che sanata attraverso una pianificazione degli interventi. Appare essenziale per ragioni di censimento, sensibilizzazione e decisione sulla priorità e sulla modalità di intervento per la risoluzione della varia casistica, la realizzazione partecipata di un navigatore per la disabilità attraverso la collaborazione fra il comune, le associazioni, i cittadini. Tale strumento innovativo potrà essere utilizzato anche in forma di guida ai beni e ai servizi accessibili della città.
- Fotografia della situazione attuale;
- Valutazione delle priorità;
- Realizzazione di uno strumento di navigazione orientato alla disabilità – MOBY(Di)MAP
- Piano di interventi;
AREE VERDI URBANE E BIODIVERSITÀ
Le profonde modificazioni antropiche subite dal nostro territorio nel corso degli ultimi decenni e la sufficienza con cui sono state trattate le poche aree naturali residue, ci hanno lasciato in eredità una situazione sconfortante. Ciò che lascia perplessi è in particolare la gestione scellerata degli ultimi anni, quando in tutto il mondo si è sviluppata una nuova consapevolezza del necessario equilibrio da ricercare con le superfici naturali mentre nei 25Kmq del nostro comune si è proseguito sulla strada della cementificazione. Ad oggi il 40% del territorio risulta impermeabilizzato e se si consideri la superficie a Riserva regionale sommata alle scarpate fluviali disposte a pettine, il saldo verde netto risulta preoccupante, anche in funzione delle profonde modificazioni climatiche in atto; da qui la necessità di salvaguardare le poche aree permeabili rimaste, recuperarne alla naturalità laddove possibile altre, attuare una politica di massiccia piantumazione anche sulla scorta della manifestazione “Alberi per il Futuro” poiché ogni albero assorbe mediamente 15Kg di CO2, produce ossigeno per 2,5 persone e assicura protezione dalla assolazione. Appare fondamentale inoltre incrementare le aree verdi aperte e libere a disposizione del cittadino, luoghi di prossimità dove in qualsiasi stagione sia possibile stazionare e, dimensionando gli spazi in funzione della densità di presenza di animali domestici, aree appositamente dedicate. Occorre inoltre informare la cittadinanza delle possibilità offerte da altre iniziative come il “Bonus verde”, agevolazioni massicce nel caso di realizzazione di giardini pensili o piantumazione privata, sistemazione a verde di aree scoperte, pertinenze e recinzioni, anche tenendo conto delle specie segnalate da pubblicazioni scientifiche (ad es. Istituto di Biometeorologia del CNR di Bologna) come di particolare efficacia contro le sostanze inquinanti e il particolato (polveri sottili e micropolveri).
È inoltre prioritaria la realizzazione de:
- Una Carta di uso del suolo del comune di San Benedetto del Tronto;
- Il Censimento e la verifica dello stato delle aree verdi;
- L’analisi delle risorse umane disponibili e l’ascolto alle loro valutazioni tecniche;
- Redazione del PPC – Piano di Piantumazione Comunale (studi preliminari, analisi, progettazione, piano).
UN QUARTIERE PER LE FASCE PIÙ DEBOLI
La evoluzione demografica e sociale della struttura familiare italiana deve essere oggetto di valutazioni approfondite, poiché la maggiore longevità e le migliori condizioni di salute che spesso caratterizzano questo periodo di vita supplementare, pongono questioni relative al miglioramento della qualità dell’abitare, a favorire l’interazione fra diversi soggetti appartenenti alla stessa fascia di età, a garantire sicurezza e servizi adeguati a una comunque fragile fase della nostra esistenza. Inoltre sistemi di assistenza come RSA e Centri per anziani hanno mostrato tutte le loro inadeguatezze, sia nei confronti della crisi pandemica, sia nei riguardi della qualità della vita degli ospiti. Tali considerazioni possono ritenersi valide anche per altre tipologie di fragilità, come disabilità o patologie degenerative specifiche, che necessitano forme di assistenza specializzata in maniera più o meno costante, ma che vedono impennare la qualità della vita dei soggetti se l’ambiente in cui si muovono migliora sensibilmente rispetto alla attuale simil-degenza. Alla luce di queste considerazioni, riteniamo possibile e realizzabile uno sviluppo nella zona ovest del quartiere Agraria, zona ormai degradata e devastata dall’inquinamento acustico e ambientale in genere; è una zona che ha urgente bisogno di essere restituita a tutta la comunità, vista anche la possibilità della realizzazione di uno stoccaggio gas non ancora scongiurata a causa della inerzia delle ultime amministrazioni. È una zona fortemente compromessa, che attualmente fa a pugni con una visione turistica della città; una zona nel totale caos, con opere infrastrutturali lasciate all’abbandono, larghe fasce di terreno impermeabilizzato perciò già compromesse, la presenza di capannoni fatiscenti e attività produttive altamente inquinanti, che assieme al traffico veicolare, producono ogni giorno un carico ambientale rilevante. È pertanto necessaria:
- La valutazione della possibilità di ri-dare dignità a quello spazio con la realizzazione di un comprensorio abitativo principalmente destinato alle categorie più fragili;
- in un ambiente moderno, ecosostenibile, autosufficiente, strutturato come comunità energetica;
- senza barriere architettoniche e a impatto ambientale zero;
- costruzioni con materiali naturali e con le più avanzate tecnologie;
- un ambiente ad accessi veicolari controllati, dotato di confort, spazi comuni, assistenza e servizi essenziali presenti h24.
RIFIUTI: RACCOLTA, RICICLO, RIUSO, RIDUZIONE, RECUPERO
Nel nostro comune la raccolta differenziata (2019) è scesa al 61,57% (nel 2014 eravamo al 67,19%), con risultati fra i peggiori del nostro comprensorio, basti confrontare i dati con Monteprandone (77,59%), Grottammare (65,24%) e Acquaviva al 70,18% – dati O.R.S.O regione Marche – con una produzione pro capite di 710 kg per ogni abitante. È evidente che, al netto di considerazioni avanzate in prospettiva sul “valore” del rifiuto invece del “costo” del rifiuto come è stato fino ad oggi derubricato, occorre senza dubbio un cambio di passo. Occorre dare una svolta a questo settore con metodi innovativi già sperimentati e pratiche che prevedano uno scenario di prevenzione nella produzione dei rifiuti (Economia Circolare), il recupero di materia prima, il riuso e riciclo, e una raccolta differenziata porta a porta sempre più spinta che ci possa condurre alla tariffa puntuale. Per il raggiungimento di questi obbiettivi è necessario coinvolgere la cittadinanza e tutte le attività produttive rendendo conveniente il riciclo.
È inoltre necessaria una presa di posizione precisa da parte dell’Amministrazione comunale nei riguardi dell’azienda di cui è socia nella raccolta, anche nella considerazione delle condizioni di lavoro in cui versano i dipendenti i quali non sono certamente messi nella possibilità di rendere al meglio delle loro possibilità ed in totale sicurezza. Metodi, teorie e tecniche per una gestione differente sono oggi disponibili a tutti, basta avere la volontà politica di perseguire strade alternative: è assolutamente necessario un intervento forte del Comune sulla gestione inserendo manager di livello che possano portare l’azienda a migliorare la qualità del servizio a costi ragionevoli, specie per le attività produttive.
LA CITTÀ DEI BAMBINI E DEI RAGAZZI
Nella realizzazione di una città ideale non può mancare una attenzione particolare nei riguardi di bambini e ragazzi. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una riduzione drastica dei luoghi dedicati ai giovanissimi e alla contrazione dei loro spazi vitali. Si è pensato a costruire, consumare suolo senza nessuna visione in prospettiva, anche perché ciò che è stato edificato ha evidentemente privilegiato il profitto. In maniera del tutto paradossale, fossero stati rispettati teorie e tecniche di aggregazione sociale, introdotte misure intelligenti di delimitazioni degli spazi, forse sarebbe stato possibile ovviare ai problemi introdotti dal presunto progresso. Una città amica dei giovanissimi invece, deve essere strutturata e gestita in modo che questi abbiano la possibilità di muoversi da casa, andare a scuola o frequentare luoghi condivisi e sicuri senza il bisogno dell’apporto degli adulti e che permetta loro di socializzare in maniera adeguata alle loro esigenze. Accanto a queste considerazioni ancora una volta “da adulti”, sebbene orientati al benessere dei ragazzi, troveremmo utile, opportuno e degno di grande riflessione, iniziative condivise con le scuole primarie per ricevere idee e proposte direttamente da loro, senza alcun filtro.
Alla luce di considerazioni educative, formative, climatiche e logistiche, riteniamo possibile inoltre introdurre la pratica ormai consolidata in altri paesi del nord Europa e che in Italia sta finalmente conquistando giusti spazi, definita “Asilo nel bosco”, con la sua variante in riviera. Ciò offrirebbe una possibilità straordinaria a quanti volessero far crescere i propri bimbi più a contatto con la natura e il territorio ottenendo sensibile giovamento sia dal punto di vista fisico, sia dal punto di vista delle relazioni. Auspichiamo:
- valutare l’introduzione di limitazioni del traffico in aree cittadine frequentate o frequentabili da giovanissimi;
- la realizzazione di uno spazio ludico-educativo-formativo sulla scorta di progetti concretizzati in altre città (ad es. Cosenza, nel riquadro) dove imparare giocando e giocare imparando, in collaborazione con associazioni, enti pubblici e privati;
- di verificare la disponibilità degli spazi, la disponibilità di partnership e l’organizzazione logistica necessaria per lavorare su un progetto di asilo sul mare
IMPLEMENTAZIONE STRATEGICA DI AREE SOTTO UTILIZZATE
Il comune di San Benedetto del Tronto occupa una superficie di soli 25Kmq e come già descritto in un paragrafo precedente, ha già subito profonde modificazioni antropiche nel corso degli ultimi decenni: ciò vuol dire che qualsiasi opera o progetto può manifestare nel tempo ripercussioni importanti sull’intero territorio. Tale premessa dovrebbe indurre valutazioni approfondite in una amministrazione e dovrebbe sconsigliare ogni tipo di intervento totemico in luogo di una visione chiara di ciò che dovrebbe essere la città nel prossimo futuro. Appare chiaro pertanto che, in quadro di lavoro complessivo, deve necessariamente essere tenuto nella migliore considerazione il delicato equilibrio fra l’uso sostenibile del territorio, la salvaguardia dei beni comuni, il perseguimento del bene comune.
Il Porto
Dal 2014 è dotato di un Piano Regolatore approvato dalla Regione e se analizzato con intelligenza e visione in prospettiva sul breve e medio periodo, può rappresentare il cardine di una nuova fase di sviluppo della città. Sebbene nel corso di questi ultimi anni alcune iniziative private abbiano mostrato gradimento per investimenti in loco, appare ancora senza una identità precisa e ben lontano dal soddisfare le sue potenzialità, anzi, alcuni scorci fanno sembrare l’area in stato di totale abbandono. È pertanto necessario un confronto con la cittadinanza per pianificare uno reale sviluppo turistico e commerciale dell’area: una città nella città, dal cuore pulsante di novità, locali, laboratori del divertimento, del piacere e del commercio, dal design innovativo e accattivante, con affaccio diretto sul Mare Adriatico.
Contigua ma non meno importante la situazione dello stadio F.lli Ballarin, porta nord della città e vero e proprio “monumento” cittadino caro soprattutto ai più maturi, che potrebbe simbolicamente dare un senso alla sua scomparsa attraverso la riqualificazione e restituzione completa alla cittadinanza come spazio aperto, libero e disponibile a tutti, dal quale dipartire con vie e percorsi ad hoc per la mobilità dolce.
La Sentina
La Zona Speciale di Conservazione “Litorale di Porto D’Ascoli” si estende all’interno della Riserva Naturale Regionale Sentina, un gioiello presente nel nostro comune, in parte proprietà del comune di Ascoli, facente parte di Rete Natura 2000 con una zona SIC e ZPS. Viene poco valorizzata sia a livello turistico che naturalistico e pochi conoscono quale sia lo straordinario valore paesaggistico e biogeografico della fauna e della flora presenti. Unica area umida tra il delta del Po e il Gargano, la Riserva Naturale Regionale Sentina negli anni ha goduto di ben poche attenzioni tanto da rappresentare uno dei luoghi più colpiti dall’erosione costiera, perdendo quasi 150m nel corso del XX secolo. Sebbene la Regione abbia inserito il sito fra i tratti di costa da difendere con nuove barriere soffolte, è probabile che questi lavori non vedranno mai la luce non avendo copertura finanziaria. Esiste perciò una urgenza relativa alla conservazione del sito, di difesa della residua duna fossile e di salvaguardia delle strutture storiche presenti nel perimetro, con principale riferimento alla Torre del Porto, ultimamente oggetto di inspiegabili lavori di ampliamento.
Per quanto riguarda le aree fuori dalle zone protette e quindi le più lontane dalla linea di costa, può essere una opportunità da valutare la presenza di un eco-camping che promuova sistemi avanzati di turismo ecologico integrale, ad impatto zero e a contatto con la natura, anche per la modalità con le quali vengono realizzati; ancora pochi esempi nel nostro paese ma di grande attualità specie nel nord Europa, con la presenza di piccoli bungalow di materiali ecologici come legno o addirittura paglia, allo scopo di offrire un soggiorno più a contatto possibile con la natura, ovviamente con l’utilizzo di energia pulita.
La Riserva potrebbe inoltre risultare il luogo ideale per un centro di cura, recupero e reinserimento di animali selvatici, feriti o debilitati.
Santa Lucia
La zona di Santa Lucia possiede potenzialità turistiche straordinarie se trattata con attenzione ed intelligenza. La sua conformazione geografica, la posizione panoramica, la presenza di piccole aree boscate, ne fanno una ambiente ideale per insediare piccole strutture di tipo agricamping, allo scopo di coniugare l’educazione, la formazione e il rispetto per l’ambiente, a nuove forme di vacanza a contatto con la natura, con implementazione e diversificazione della ricettività turistica, grazie anche alla possibilità di incentivi interessanti per la messa in opera. Si tratterebbe di piccoli progetti che possano contribuire a dare nuovo impulso alla locale economia turistica, generando nuovi flussi ed aggredendo settori di mercato in forte e rapida espansione come quelli del turismo lento o a contatto integrale con la natura.
ATTIVITÀ PRODUTTIVE
Commercio
Nel corso degli ultimi anni il commercio al dettaglio ha subito un calo deciso a causa di molti fattori, fra i quali la repentina trasformazione delle modalità di acquisto, la crisi economica che ha principalmente colpito il ceto medio, la globalizzazione della produzione che ha livellato al ribasso la merce destinata al grande pubblico. Esiste un altro aspetto da tenere in considerazione: sebbene anch’esse in profonda crisi, le mega strutture di centri commerciali in prossimità dei principali centri abitati, nel tempo hanno modificato le abitudini dei consumatori decretando la fine dei negozianti locali, oggi sull’orlo dell’estinzione a causa della piaga COVID-19.
Nella moria generale delle piccole attività, sono sparite anche le edicole e le piccole librerie che fornivano un servizio culturale importante; quelle poche attività che eroicamente rimangono aperte lamentano gravi problemi di liquidità. Urge “ripopolare” il centro città, vero cuore pulsante della comunità, luogo di aggregazione e confronto, punto di riferimento di generazioni di giovani e meno giovani. Salvare il commercio dalla fine ingloriosa alla quale è destinato è affare complesso, che ha necessità di idee intelligenti ed innovative, anche in considerazione del mercato immobiliare che non accenna a cedere, sebbene gli spazi vuoti sopravanzino ormai i pieni e il problema parcheggi che è stato sempre interpretato in maniera non corretta. Va inoltre gestita con gli stessi operatori, la trasformazione del mercato settimanale: la crisi ha colpito anche il commercio ambulante ed è necessario evitare una “guerra fra poveri”. Occorre inoltre rendere strutturale l’organizzazione di alcuni eventi speciali paragonabili alla “notte bianca”, anche fuori dai mesi estivi, e lavorare per l’azzeramento delle attività ambulanti abusive, valutando la casistica con personale dedicato, proponendo soluzioni alternative a chi è intenzionato a mettersi in regola.
- Messa in opera delle condizioni attinenti al progetto MoVi-bilità;
- Studio del possibile utilizzo, rinaturalizzazione e valorizzazione degli spazi del Torrente Albula;
- CARD di parcheggio;
- centro commerciale diffuso di qualità;
- possibile spostamento e specializzazione in settori (aree tematiche), del nuovo mercato settimanale con attività di promozione dedicata;
- sostegno delle attività collegate al mercato del pesce, sia dal punto di vista ambientale (via il polistirolo dalla filiera), sia dal punto di vista organizzativo e logistico (sistema di gestione del Mercato Ittico).
Turismo
Alcune trasformazioni subite dalla nostra città nel corso degli ultimi anni, testimoniano volontà politica agli antipodi di un moderno e sostenibile sviluppo turistico. Dati alla mano risulta prossimo allo zero l’interazione del comune con le attività private, anche e soprattutto nella organizzazione e nella gestione delle attività di promozione, ancora più negativo il saldo degli accordi con le realtà territoriali più vicine o comunque legate da vincoli territoriali.
In città diminuiscono le attività di accoglienza, aumentano i residence, pressochè stabili i B&B, non pervenute altre forme di accoglienza, proprio quelle che permetterebbero alla nostra città di prolungare (e anticipare) di molto la stagione e attrarre un pubblico molto più ampio. Guardare al proprio orticello sembra l’attività più gettonata, mentre sarebbe necessario promuovere nuove forme di “Turismo integrato” senza guardare ai confini amministrativi e anzi concordando percorsi tematici che abbraccino tutto il comprensorio piceno.
È in forte crescita il settore turistico religioso, quello dell’Arte e dei Beni Culturali e quello Eco- Sostenibile e Responsabile: quest’ultimo è il più amato dagli stranieri, specie se esiste l’opportunità (e l’organizzazione) per rendere fruibile anche l’offerta culturale. San Benedetto del Tronto non ha strutture ricettive adatte e questo è un vulnus gravissimo per una città che ormai è trazione turistica. I dati dalla Regione 2019: gli arrivi stranieri nel nostro comune sono 20.357 e solo 3.244 hanno scelto strutture recettive complementari, dove ci sono i camping e i villaggi. A Cupramarittima ad esempio, su 3.025 arrivi ben 2.438 hanno scelto esercizi ricettivi complementari.
Il confronto turistico tra città d’arte, ancora sugli stranieri, ad esempio tra Ascoli e Urbino è deflagrante. Nel 2019 Urbino ha avuto 13.847 arrivi con 81.035 presenze contro i 6.181 arrivi e 17.399 presenze di Ascoli, dati che confermano la necessità di un lavoro integrato di tutto il Piceno.
Pur non possedendo strutture adeguate alla congressistica, la città di San Benedetto del Tronto potrebbe diventare un punto di riferimento interessante per la convegnistica di medio livello. Una struttura comunale adeguata potrebbe lavorare per l’organizzazione di eventi di media grandezza, per tutto l’anno, coprendo i periodi di bassa stagione balneare.
È necessario inoltre:
- riformare IAT (Informazione Accoglienza Turistica), per presenza, continuità, tipologia di lavoro e di informazione;
- utilizzo del lungomare come da progetto Mo-Vi-bilità (chiusura parziale al traffico, mezzi pubblici, ampliamento della ciclabile, aree relax, attività sportive, culturali, di intrattenimento, ecc.)
- strutturazione di un ufficio apposito per la ricerca, l’organizzazione e la messa in opera di convegnistica (vedi Firenze congressi);
- la creazione di eventi simbolici legati a un periodo o a un tema particolare, allo scopo di creare un brand specifico e originale;
STRATEGICITÀ DI LUOGHI E STRUTTURE SOTTO UTILIZZATI
Il comune di San Benedetto del Tronto annovera fra le sue proprietà o partecipazioni azionarie alcune strutture che al momento risultano gestite in maniera non ottimale o comunque possono presentare occasioni di rilancio, lavorando per una implementazione sul medio periodo. Fra le prerogative infatti di una amministrazione comunale che abbia a cuore il benessere della propria cittadinanza, ci deve essere la capacità di creare le condizioni affinché aumenti il benessere sociale ed economico, anche sviluppando o contribuendo a farlo, nuove iniziative imprenditoriali o appoggiando il recupero di ciò che ritiene importante in termini di beni comuni.
CAAP – Centro AgroAlimentare Piceno
Struttura logisticamente situata in posizione strategica, sebbene invisa alla gestione regionale, gli scopi che hanno portato alla sua fondazione ormai decenni or sono risultano quanto mai attuali. Oltre agli spazi e alle strutture presenti che autorizzano progetti di fiere e iniziative promozionali di vario genere per il territorio, rimane un luogo ideale per fingere da hub agroalimentare per tutto il territorio piceno, soprattutto ora che sembra in via di definizione una gestione manageriale molto più attenta rispetto al passato. Riteniamo fondamentale appoggiare il CAAP nelle proprie iniziative e nella propria politica di sviluppo in un comparto sempre più in crescita, per numeri e per importanza, come del resto già più volte fatto e dichiarato in occasione della messa in comunicazione del CAAP con il CAR di Roma.
PalaCongressi
Nato con lo scopo espresso dal nome con il quale è identificato, oggi si discosta notevolmente dal progetto originario della struttura, rendendo molto complesso il suo recupero. È attualmente in gestione a privati con i quali andrà discussa una nuova e diversa modalità di sviluppo, anche in funzione di ciò che potrà rappresentare il mercato fieristico e della convegnistica. Sebbene la città da sempre sconti problemi relativi all’accoglienza di altissimo livello e alle vie di comunicazione non all’altezza del potenziale mercato turistico del territorio, rimaniamo fermamente convinti che, come del resto dimostrato da una serie di attività convegnistiche già organizzate sul posto, la città potrebbe ospitare con una certa continuità già oggi una serie di manifestazioni di livello intermedio (100-500 partecipanti, sessioni scientifiche, area espositiva-commerciale, collegamenti e dirette web) con un buon ritorno promozionale, a condizione di organizzare una apposita struttura comunale.
Stadio “Riviera delle Palme”
Allo stato attuale, la struttura è stabilmente in gestione alla Sambenedettese Calcio e potrebbe rappresentare una straordinaria occasione di sviluppo se si avviasse una analisi delle sue possibili implementazioni e migliorie allo scopo di renderla utilizzabile episodicamente per scopi diversi dal calcio, con spettacoli di vario genere e concerti, anche alla luce della quasi trentennale costruzione.
La Sambenedettese Calcio, vero e proprio patrimonio (di emozioni) della città, da sempre è un veicolo indiretto ma importantissimo di promozione del territorio: lascia ben sperare in un possibile accordo, la gestione stabile che la detiene in questo periodo, la lungimiranza di alcuni progetti societari messi sul piatto, anche in vista del centenario della società (1923-2023).
Piscina comunale
La città di San Benedetto del Tronto ha necessità di una piscina comunale, dato l’alto numero di praticanti, la popolarità degli sport acquatici in tutte le loro declinazioni, le tante manifestazioni collegate e collegabili. Purtroppo le vie seguite per la realizzazione del complesso hanno portato al nulla: già da molti anni il complesso è utilizzabile soltanto a scartamento ridotto e al minimo delle sue potenzialità. La soluzione del problema è una priorità che può essere calendarizzata solo conoscendo nei minimi particolari l’infinità di documenti e carte bollate che hanno fatto di una idea condivisibile, una follia politica con pochi precedenti.
Zona Atlantide
Sono passati esattamente novanta anni da quando l’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo inoltrò la domanda per la richiesta di concessione di una parte di arenile per poter realizzare il progetto dell’ing. Onorati. E in due anni venne realizzato, infatti il 30 luglio 1932 in occasione della Festa della Marina, il lungomare venne inaugurato, e due anni dopo la Palazzina Azzurra. Alcune aree mostrano impietose il passare del tempo, altre come l’area verde a ridosso del Molo Sud è un monumento all’indecisione. Tali spazi vanno riqualificati e resi fruibili alla cittadinanza, attraverso un progetto concreto, moderno, innovativo, che utilizzi appieno la potenzialità che sappiamo bene esprimere restituendo spazi alla comunità.
L’AMBIENTE CHE CHIEDE AIUTO
Il territorio del comune di San Benedetto del Tronto è piuttosto limitato (soli 25Kmq) però purtroppo le criticità ambientali puntuali sono più di una e di complessa soluzione. Va anche detto che nella maggior parte dei casi, la soluzione non può essere immediata ma passa per un lavoro costante negli anni il cui processo va innescato nel più breve tempo possibile, come mai fatto dalle precedenti amministrazioni le quali, nella migliore delle ipotesi, hanno ignorato il problema.
- la procedura che dovrebbe portare all’annullamento della richiesta di conversione a stoccaggio di gas di GasPlus S.r.l. per il giacimento situato nel sottosuolo di San Benedetto del Tronto, non è ancora alla sua conclusione. Come già fatto per la richiesta di concessione da parte della Edison S.p.a. per il sottosuolo di Sant’Elpidio a Mare, dove il nostro intervento è stato decisivo per far ritirare la richiesta, così intendiamo non arretrare di un millimetro per impedire ciò che decreterebbe la morte ambientale del nostro territorio.
- Sebbene il Movimento 5 Stelle abbia sollevato decine volte la questione relativa alla piattaforma ecologica, migliaia di metri cubi di rifiuti speciali sono ancora al loro posto, nel quartiere Agraria, contigui al terrapieno dell’Autostrada A14.
- È necessaria una soluzione per la cassa di colmata realizzata esternamente al Molo Nord. Trattasi di discarica del mare che contiene fanghi inquinati da idrocarburi di alcuni porti, fra cui Senigallia, e che nel tempo dà indizi di rilascio di materiali in mare.
- L’insabbiamento del porto è una realtà con la quale la marineria deve necessariamente fare i conti. Sebbene esistano metodi innovativi per dragare in maniera più stabile e duratura il fondale e in modo da bonificare e recuperare i materiali estratti, ad oggi gli enti preposti sono semplicemente e ciclicamente intervenuti, ogni volta dopo mesi di richieste.
- Il problema della ex rubinetteria di via Calatafimi, ormai triste esempio di archeologia industriale va in qualche maniera affrontato; innanzitutto va circoscritto e scongiurato un eventuale disastro ambientale per colpa di possibile inquinamento da cromo esavalente; una analisi attenta e circostanziata è necessaria al più presto per verificare la priorità e l’urgenza di intervento, nonché verificare la possibilità di aiuti esterni.
- Occorre prendersi carico del problema relativo agli allagamenti in città. La situazione fognaria è sconfortante e nonostante il consorzio idrico locale si sia dimostrato efficiente e ragionevole, le responsabilità a carico delle amministrazioni comunali che si sono succedute sono evidenti. In particolar modo è necessario verificare lo stato delle nostre colline sovrastanti la città perché sempre più di frequente piccoli fenomeni di instabilità dei versanti e di imbibimento della coltre superficiale, trascinano sul piano colate di fango giallastro creando notevoli disagi.
- È necessario al più presto conoscere nel dettaglio la condizione di alcune problematiche importanti che producono rischi ambientali concreti attraverso un censimento. Con le più moderne tecnologie a disposizione, possono oggi essere limitati al minimo gli impatti, e innescare un sistema virtuoso di bonifica. L’inquinamento elettromagnetico di cui si è già trattato, l’inquinamento atmosferico di cui si è detto e per il quale il progetto Mo-Vi-bilità può fare molto, la presenza di amianto per cui esistono oggi possibilità di smaltimento di piccole quantità a costi irrisori grazie ad una legge regionale istituita dal Movimento 5 Stelle nella scorsa legislatura.
- È particolarmente importante aggiornare e tenere in considerazione il censimento delle immissioni negli alvei dei corsi d’acqua perenni o stagionali che attraversano il nostro territorio, allo scopo di mantenere accettabile la qualità delle acque antistanti il nostro litorale.
- A quasi trenta anni dall’alluvione del Tronto, è bene venga verificata la situazione nel nostro territorio ma che si chieda conto agli enti preposti per la situazione più a monte, allo scopo di scongiurare nuovi eventi catastrofici che metterebbero in seria difficoltà il nostro territorio già provato dalle recenti piaghe.
AMICI DEGLI ANIMALI
Data l’importanza che rivestono gli animali da compagnia nella nostra società, è necessario promuovere una più stretta collaborazione tra guardie zoologiche e polizia urbana, anche per fare in modo che siano rispettate ambo le parti, chi nel pieno di un suo diritto vuole condividere la propria quotidianità con un animale domestico e chi non deve subire conseguenze negative da queste scelte. Pertanto, anche allo scopo di migliorare la disciplina dei pochi proprietari disattenti, potranno essere attrezzate dei materiali necessari (palette, sacchetti per le deiezioni, sabbia) tutte le aree verdi, collocandoli in appositi boxbau.
Inoltre, sarebbe necessario intervenire:
- ampliando e migliorando delle condizioni di vita dei cani nel canile utilizzato dal Comune di San Benedetto del Tronto e dagli altri comuni convenzionati;
- promuovendo campagne di informazione e sensibilizzazione sulla corretta detenzione di cani e gatti e rispetto delle leggi sull’iscrizione all’anagrafe canina ancora largamente disattesa;
- vietando l’accattonaggio con cani;
- vietando l’esplosione di botti e fuochi di artificio;
- favorendo l’ampliamento dei luoghi dove praticare la pet therapy;
- creando nel comune aree di sgambatura per cani;
- vietando l’ingresso in città a circhi con animali.